Libro dei saperi
Si tratta di un protagonista sia della cucina usticese e sia del patrimonio naturalistico dell’isola. In effetti, senza la seconda tipologia di protagonismo non ci sarebbe lo sviluppo della prima. Si tratta di un gambero particolare dalle dimensioni piccolissime. Si pesca a quaranta metri di profondità e si trova nella cosiddetta “Grotta dei gamberi”. Nella grotta vive il parapandolo. in grandissime quantità. Si riconosce subito in quanto ha un rosso pallido, con delle linee sul corpo e le antenne di un rosso intenso. È di piccole dimensioni e lo si può mangiare in varie modalità: crudo, cotto, con carapace o senza carapace.
Tutta la lavorazione è a mano. Con degli orari precisi. La lenticchia usticese viene seminata tra dicembre e gennaio. Dopo quindici giorni, comincia il processo di crescita delle piante. Fino al mese di marzo si lavora il terreno in modo tale che le erbacce infestanti vengono estirpate con una serie di zappettature. Arrivati a marzo vi è la fioritura. Da questo momento sino a maggio non si toccherà più il terreno, in quanto alle porte dell’estate, sarà compito della trebbia.
Si tratta di un dolce tipico della tradizione enogastronomica usticese. Le cassatedde usticesi, differenti da quelle prodotte a Castellammare, sono un dolce che viene preparato per il Natale. Somigliano ai cuddureddi di Lipari, dolci molto lavorati con un ripieno di mandola o simili anche ai classici buccellati. Le cassatedde usticesi constano di un impasto che prevede sugna, farina e zucchero. Questi ingredienti vengono impastati con l’acqua che viene aromatizzata con delle bucce di mandarino. Una volta composte vengono farcite. Vi sono due tipologie di farcitura: una alle mandorle, zuccata, cannella e bucce di agrumi; un’altra con uva passa e cioccolato.
Si tratta di un impasto reso molto sottile, su cui viene riposta e fatta riposare una salsa. Quest’ultima è la vera peculiarità del prodotto. Il procedimento per prepararla è il seguente: si soffrigge l’aglio nell’olio bollente e si aggiungono molte acciughe. Bisogna abbondare con quest’ultime in quanto saranno proprio queste a dare un sapore particolarmente gustoso alla salsa. Dopo aver sciolto le acciughe si aggiunge la passata di pomodoro e con essa molto originano. Nella passata, com’è comunemente assodato, vanno aggiunti del sale e dello zucchero. La salsa va fatta cuocere e ristretta particolarmente.
Lungo 4,50 km, si può percorrere a piedi e anche in mountain bike. Nel percorrere questa via si può assaporare da vicino il patrimonio naturalistico dell’isola. Esso rappresenta anche un mezzo per conoscere la morfologia interna dell’isola.
Questo borgo in passato era considerato una zona popolare dove vivevano tutte le famiglie di pescatori. Oggi le cose sono un po’ cambiate: la zona rimane pur sempre popolare; quindi, vi risiedono le famiglie più indigenti”.