Chiesa San Ferdinando Re – Ustica tra fede e religione
L’esperienza da vivere della chiesa di Ustica e le sue attività sono quelle relative alle tradizioni religiose locali, dove lo spettatore diviene partecipe di usanze e credo degli usticesi calandosi in una delle sue realtà più intime
Simbolo
Pallino Rosa
Distanza
In chiesa 500 mt. Per le processioni possono variare da 200 mt a 3 Km.
Adatto a
Adulti Bambini e ragazzi Famiglie
Descrizione
Esperienza culturale-religioso. L’esperienza ha come tema centrale la fede, i luoghi e la storia del culto religioso nell’isola.
La chiesa di S. Ferdinando Re si trova nella piazza centrale del paese ed è stata costruita nel 1768 dai Borboni, al di sotto vi è la cripta e nella canonica a lato vi è la biblioteca parrocchiale che possiede libri del XV secolo in pelle di vacca ed il museo della fede. Questo luogo vanta principalmente però l’essere il fulcro della storia della fede isolana in cui si possono vivere le tradizioni religiose locali.
Lunghezza percorso variabile a seconda da dove vengono celebrate le diverse tradizioni religiose locali. Itinerario alla portata di tutti.
Date Festività: San Giuseppe – la domenica più vicina al 19 Marzo; Pasqua – nella settimana Santa; Madonna dei Pescatori – l’ultima Domenica di maggio; San Bartolomeo – 24 Agosto; Madonna delle vamparine – prima domenica di settembre; San Bartolicchio – seconda domenica di settembre; Natale – dal 19 al 26 dicembre.
Punti Salienti
L’edificio più imponente, retrostante ad un piccolo palchetto con quattro alberi, che domina il centro abitato, è la chiesa, finita di costruire dai Borboni nel 1768. Il sagrato è molto suggestivo: si compone di una doppia scalinata laterale che porta al corpo centrale della struttura, la cui facciata si compone di un unico grande blocco caratterizzato da una merlatura al suo apice. La struttura esterna è di color simil-panna ed è perfettamente simmetrica, con due torri laterali con cella campanaria, circondate da edicole votive in cui sono
incastonate statue e decori.
All’interno, la Chiesa di San Ferdinando Re risulta essere più semplice e lineare, con pareti molto sobrie. L’altare maggiore è decisamente più scenografico, con elementi decorativi più marcati e fastosi. Precedentemente i coloni svolgevano le funzioni religiose nella Chiesa Vecchia che hanno riadattato sulle fondamenta dell’antico convento medievale dedicato a Santa Maria dei Sette Dolori. È dedicata a San Ferdinando Re, il sovrano castigliano Ferdinando III vissuto agli inizi del XIV secolo, profondamente devoto alla vergine e alla religione cristiana. Promotore dell’opera di edificazione fu il futuro sovrano del Regno delle Due Sicilie Ferdinando I di Borbone. La costruzione non fu affatto semplice; la chiesa conobbe infatti crolli strutturali in ben due occasioni, a causa di alluvioni, sia l’anno successivo alla sua costruzione, sia nel 1776. Tra il 1830 e il 1835, all’impianto originale, vennero aggiunte le due navate laterali decorate da dieci nicchie di cui 9 contengono statue di santi ed una è coperta da un grande quadro. Nella navata sinistra, in ordine troviamo le statue di: Santa Rosalia, Santa Teresina, San Giuseppe, la Statua di San Bartolomeo ed il Sacro Cuore con sotto il tabernacolo.
Nella navata destra vi sono: la statua di Sant’Antonio, il quadro del battesimo di Gesù, le statue di Maria di Fatima, Papa Giovanni Paolo II e la Madonna Addolorata. La navata a sinistra è dedicata a San Bartolomeo, il santo portato da Lipari nel 1761 e divenuto Patrono di Ustica; la sua statua, collocata in fondo alla navata stessa,
venne realizzata due secoli fa dallo scultore palermitano Salvatore Bagnasco. La navata a destra è dedicata alla
venerazione della Madonna dei Sette Dolori – la statua è collocata in fondo alla stessa – culto antico trasmesso
sull’isola dai monaci benedettini.
Il complesso centrale attorno all’altare – ha la tipica conformazione borbonica – è dominato dalla statua di San
Ferdinando Re, posto sul vecchio tabernacolo, mentre sui muri laterali del medesimo troviamo due quadri: sul lato destro il quadro del Martirio di San Bartolomeo, dipinto da Vito d’Anna, pittore siciliano vissuto verso la prima metà del Settecento, mentre sul sinistro una riproduzione fedele della sacra Sindone.
Posto al centro del terzo arco della navata destra troviamo un prezioso organo costruito nel 1867 e costato all’epoca 1.402,50 ₤. In particolare: “£ 1.000 furono inviate al Parroco dagli Usticani domiciliati inNew Orleans, £. 127,50 anticipate dalla cassa di S. Bartolomeo Protettore, e il dippiù fu erogato dal Parroco”, secondo quanto scritto dal parroco Giuseppe Tranchina nel libro L’Isola di Ustica dalle prime età sino ai giorni nostri.
Negli anni Sessanta lo strumento subì un infelice rimaneggiamento che lo rese inutilizzabile. L’organo, restaurato nel 2011 dalla Ditta Artigiana Organi di Aci S. Antonio per insistenza di padre Lauro Vattuone, grazie a un finanziamento pubblico e, in parte, grazie a una donazione privata della defunta concittadina usticese Elena Maria Concetta Maggiore, si trova ora racchiuso in una cassa lignea con portelle, colorata di verde siciliano, e presenta sulla destra della tastiera i tiranti per l’inserimento dei seguenti registri: Principale, Ottava, Flauto ottavino, Flauto in VIII, XXVI, XXII, XIX, XV. Lo strumento, pur essendo di piccole dimensioni, rappresenta per le sue peculiarità una testimonianza storica della vita usticese e dell’arte organaria siciliana.
Intorno al 1950 la facciata esterna della chiesa venne restaurata e decorata con diciassette nicchie adornate poi,
negli anni Settanta, con bassorilievi in maiolica raffiguranti altrettanti santi, realizzati dalle abili mani del noto ceramista siciliano Giovanni de Simone. Nel maggio del 2017, durante un restauro promosso dal parroco locale del momento, nella cripta della chiesa è venuta alla luce una struttura catacombale, conosciuta da tempo e chiusa negli anni Cinquanta.
Questo cimitero sotterraneo è caratterizzato da una camera centrale con altare, volte affrescate, una raffigurazione di un cielo stellato e cunicoli laterali con vasche di ricovero per i defunti in attesa della mummificazione.
Al termine del processo di “tanatoprassi” gli estinti, la maggior parte dei quali notabili usticesi vissuti tra la fine del Settecento e l’Ottocento, venivano esposti all’interno di queste nicchie. Lo spazio sacro restaurato è stato inaugurato e reso fruibile al pubblico mediante l’organizzazione d’incontri e conferenze pubbliche. Le attività religiose che questa chiesa ed i suoi fedeli esprimono in maniera più sentita sono: San Giuseppe, Pasqua, Madonna dei Pescatori, San Bartolomeo, Madonna delle Vamparine, San Bartolicchio ed il Natale. Festività in cui i cittadini locali non solo esprimono la loro fede, ma sono anche molto folcloristiche e partecipate, sicuramente una buona opportunità per il visitatore per poter capire e vivere al meglio la spiritualità e le tradizioni del posto.
Pertanto, in questa sezione potete vivere due esperienze: una relativa alle festività e l’altra quella relativa all’dificio della chiesa.
Per la festa di San Giuseppe, santo protettore dei poveri e dei derelitti, vi è l’usanza di rievocare la ricerca di una casa, da parte della sacra famiglia, dove trovare ospitalità. Giorni prima vengono sorteggiati, in chiesa, i nomi dei tre ragazzi che impersonificheranno la Madonna, San Giuseppe ed il Bambinello e la domenica più vicina al 19 Marzo, i tre, con vesti scenografiche, accompagnati con un asinello e un corteo di persone, bussano in tre case per la ricerca dell’ospitalità. Nelle prime due avranno la porta chiusa in faccia con la seguente dicitura “Nun c’è pustu pi vvui” (Non c’è posto per voi) e finalmente nella terza casa -che corrisponde con la canonica della chiesa – gli viene aperta la porta dopo tre tentativi, dicendogli: “C’è pustu pi vvui!” (C’èposto per voi!); a l’udir di queste parole la comunità applaude e si accede nel locale. Ad accogliere la sacra famiglia ed i partecipanti vi sono tre tavole imbandite con ogni ben di Dio (preparate dalle tre famiglie dei recitanti) e messi a disposizione di tutti la comunità, ma principalmente verranno distribuite due specialità della tradizione siciliana: la pasta di ditalini con ceci e finocchi e il pane con semi di finocchio.
Da Giovedì Santo sino a domenica – come da tradizione- si ripercorrono gli avvenimenti della passione del Cristo. Il Giovedì Santo si fanno presenziare sull’altare dodici uomini che interpreteranno, a livello simbolico, il ruolo degli apostoli e con l’aiuto dei quali si farà rivivere la lavanda dei piedi ed il resto della settimana santa. Il
Venerdì Santo, dopo aver realizzato o recitato la via Crucis, verrà crocifisso al Calvario, un Cristo di cartongesso sempre all’interno della funzione religiosa dove si troveranno i figuranti degli apostoli i quali rimarranno a vegliare il Cristo da mezzogiorno sino alle cinque del pomeriggio, momento in cui riprende la funzione religiosa con il corteo che si reca verso il Calvario, preceduto dalla statua della Madonna vestita a lutto e dal gruppo bandistico che suona marce funebri. La funzione continuerà con la deposizione del Cristo dalla
croce e posto in una vara di vetro che sarà portato, insieme alla Madonna, in processione per il paese sino in chiesa.
Alla mezzanotte del sabato segue la funzione della resurrezione che ovviamente verrà festeggiata con tutti gli onori la Domenica di Pasqua dove si effettua il tradizionale “Incontro”: dalle ore nove sino alledieci e mezza del mattino la banda suonerà in giro per il paese poi verso le dieci e mezza, dal lato destro della chiesa esce la statua del Cristo risorto e dal lato sinistro quella della Madonna con un manto viola. Le due statue effettuano un giro a forma di “C”, semi nascosto, attorno le case che si trovano rispettivamente dal loro lato e giunti ai lati della parte sommitale della piazza, si fermano a circa cinquanta metri l’uno dall’altra, gli sbandieratori si salutano, la banda inizia una musica festante e le statue (sempre condotte dai portatori di vara) di tutta corsa si lanciano l’uno verso l’altra – in corsie separate – per simulare un incontro festante; al quel punto suonano le campane della chiesa, alla madonna viene tolto il mantello viola (lutto) da sotto il quale fuori escono delle colombe e si scopre con una veste celeste in simbolo di gioia. Da questo momento inizierà la processione che percorre le vie del paese sino a terminare in chiesa dove inizierà la Santa Messa.
L’ultima domenica di maggio viene festeggiata la “Madonna dei Pescatori” (Stella Maris). La processione inizia dalla chiesa, intorno le cinque del pomeriggio. I pescatori prendono la vara sulle spalle ed accompagnati dal sacerdote e la comunità locale, si recano verso il porto con preghiere ed inni mariani alternati fra canti e musica del gruppo bandistico locale. Giunti al porto, la statua della Madonna con i pescatori salgono su un peschereccio e tutti i partecipanti compreso il gruppo bandistico su altri natanti per effettuare il giro dell’isola con soste per benedizioni e musica. Al ritorno si continua con la santaMessa sul lungomare del porto e la sera si termina con festeggiamenti – nello stesso luogo – con padellata di pesce, giochi, canti e balli.
Cerimonia lasciata in eredità dai colonizzatori liparoti sin dal lontano 1761 e ancora oggi festeggiata il 24 agosto, giorno dedicato al Santo. In questa festività vengono eseguiti giochi, canti e balli a partire dal giorno prima dove nella cala santa Maria si potrà partecipare o semplicemente vedere i giochi caratteristici locali come il gioco dell’antenna oppure gare di nuoto o corse con le barchette di legno. Mentre nel centro del paese si potrà assistere all’esibizione del gruppo bandistico locale, alla processione del Santo Patrono seguito dalla Santa messa e poi a canti e balli anche dall’entroterra siciliano. Per tutto il 24 Agosto, il posto più animato di questa festa è la piazza che dalle ore diciassette sino alle undici e mezza di sera pullula di gente per via di tutte le attività elencate, ma dopo tale orario verrà svuotata perché a mezzanotte, presso la cala Santa Maria, verranno sparati i fuochi d’artificio e tutti si recano nei posti più alti attorno alla cala oppure si recano con le barche nei pressi, ma a distanza di sicurezza, per assistere a l’ultimo spettacolo.
È una festività locale che viene svolta nella prima domenica di settembre. Il giorno prima viene prelevata, una piccola statua della pietà che si trova presso la cappelletta del passo della madonna, e portata in chiesa da ragazzi muniti di scooter. La domenica pomeriggio inizia la processione che dalla chiesa attraversa tutto il
tratto di tramontana per riportare la piccola statua nella sua cappelletta. Lungo il tragitto tra le campagne, i proprietari delle terre accendono grossi mucchi di sterpaglie “Vamparine” in onore della madonnina con il Cristo morto in braccio. Il corteo viene preceduto dal gruppo di canto della chiesa insieme al celebrante, la statua con i portatori (spesso anziani che si alternano, date le piccolissime dimensioni), il gruppo bandistico ed il popolo. Giunti a destinazione segue la Santa Messa ed in serata, grigliata di carne o pesce e festa con balli, giochi e mini fuoco d’artificio.
Celebrata la seconda domenica di settembre a ricordo dell’alluvione del 23 settembre del 1904. Quella lontana giornata di fine settembre vide abbattersi sull’isola un violento fortunale, definito ciclone dagli abitanti, che, risparmiando il centro abitato, devastò le contrade dell’Oliastrello e dello Spalmatore senza,però, provocare alcuna vittima fra la popolazione. Dopo la novena, tale festività comincia sabato sera e termina la domenica notte. La particolarità è che tutto si svolge all’interno di una grande vasca romana situata in zona Oliastrello,
addobbata a festa, alta circa 4 metri e larga circa 20 mt. x 20. Al centro vi è un divisorio a croce formato da muretti bassi circa 40 cm ed in ognuno di loro si svolgono 4 diverse attività: nel primo si balla, nel secondo vi è il gruppo che canta, nel terzo vi è la postazione con brace, bancone e transenne dove si possono degustare pietanze locali e non, come grigliate di carne o di pesce o pasta, frutta vino ed acqua e nel 4 quadrante si svolgono diversi tipi di giochi come il tiro alla fune, braccio di ferro, rottura delle pentolacce, corsa coi sacchi e altro. La funzione vera e propria inizia alle cinque del pomeriggio di domenica con la processione che parte dalla cappelletta sovrastante la Vasca (Gorgo) con la piccolissima statua di San Bartolomeo in miniatura (per questo chiamato San Bartolicchio). Si percorrerà circa un chilometro verso il paese per poi ritornare al posto di partenza e svolgere la Santa messa all’interno della vasca. Dopo la funzione inizieranno i festeggiamenti con canti e balli sino a notte tarda con finale di fuochi d’artificio.
Per questa importante festa cristiana ad Ustica si svolge una tradizione relativa ai nove giorni che la precedono. Da giorno 16 a giorno 24 Dicembre ogni mattina alle ore 04:30 si usa alzarsi ed assistere alla novena: il gruppo
bandistico gira per le strade suonando musiche natalizie, per far da sveglia, a volte accompagnato da ragazzi che cantano; man mano si forma una coda di persone che li segue ed alle ore 06:00 si confluisce tutti in chiesa per assistere alla messa mattutina. Non mancheranno gli inviti nelle case degli usticesi per prendersi una tazza di caffè o delle cassatelle, biscotti sagomati a forma di lettere prodotti con farina, acqua, zucchero, sugna e ripieni di uva passa, pezzettini di mandorle o cioccolato, scorza di mandarino e liquore.
Durante queste festività avrete anche l’opportunità di visitare la chiesa S. Ferdinando Re, nella quale sarete
catapultati nella sua storia, vivendo la sua essenza spirituale, apprezzando la sua architettura e godendo delle emozioni che ne scaturiscono. Con dei permessi potrete visitare anche la cripta dove scoprirete eccezionali ritrovamenti rinvenuti di recente; accedere alla biblioteca parrocchiale in cui vi sono custoditi libri del XV secolo in pelle di vacca e tre manoscritti risalenti al 1763 in cui vi sono trascritti battesimi, matrimoni e funerali dell’epoca; ed infine accederete al museo della fede in cui vi sono esposti i vecchi paramenti sacerdotali, quadri dei vari sacerdoti di questa chiesa, oggetti di arte sacra e di antichità. Questa esperienza vi farà immergere in un percorso tra arte e fede cristiana, curato con dovizia nei secoli dagli abitanti locali.
Abbigliamento raccomandato
Consono per i luoghi sacri
Note Importanti
La chiesa San Ferdinando re è l’unica chiesa dell’isola di Ustica.
Gradini per raggiungere la chiesa. Variabili per le processioni.
Dati dell'Itinerario
Periodo Consigliato
da maggio a settembre
Orario: Tra le 08:00 e le 18:00