Itinerario del Bosco – Esplorando la Riserva naturale orientata
Itinerario naturalistico e culturale. Percorrendo il sentiero che porta nel bosco, ci si inerpica per la collina più alta di Ustica: Guardia Grande (244m).
Simbolo
Quadratino Giallo
Distanza
5 Km
Dislivello
180 mt
Larghezza
Da 1 mt a 2 mt
Stato del fondo
Adatto a
Adulti Bambini e ragazzi Famiglie
Descrizione
Itinerario Naturalistico-culturale. Percorrendo il sentiero che porta nel bosco, ci si inerpica per la collina più alta di Ustica chiamata: Guardia Grande alta 244 metri. A partire dal municipio ci si incammina per la Via tre mulini che attraversa il centro storico per poi entrare nel boschetto immerso nella Riserva Naturale Orientata, ed accedere al sentiero che si apre con le gradinate che salgono per la collina.
Dopo circa 500 mt si incontrerà un canale lavico che racconta la storia del primo vulcano dell’isola sbucato fuori dal mare, successivamente si avrà modo di visitare la Necropoli più antica rinvenuta ad Ustica: la “Culunnedda” del III-II millennio a.C. e dopo un’ultima rampa in salita si giungerà alla sommità della collina. Qui ci si paleserà una zona recintata che appartiene all’aeronautica militare in cui vi è la stazione meteorologica, accanto segue l’eliporto che viene usato per lo più come elisoccorso è poi – la struttura più evidente alla sommità con la sua grande palla bianca che le fa da copertura – il Radar per aerei in cui ci si ricorda la storia relativa alla strage di Ustica.
Da qui si inizia la discesa che dopo circa 300 mt si può accedere ad una piccola deviazione sterrata a sinistra che congiunge alla collina accanto chiamata: Guardia dei Turchi. Proseguendo invece la discesa si raggiunge il Sentiero del tramonto. Al bivio a sinistra (consigliato) si può uscire dopo un chilometro dalla cappelletta della madonna della croce oppure a virando a destra per ritornare in paese. Tutto il percorso è immerso nella zona A della Riserva Naturale Orientata di Ustica.
Punti Salienti
Salendo per la gradinata si penetra tra anfratti rocciosi e pini marittimi fino a incontrare, dopo circa una ventina di minuti di ascesa, sulla sinistra, un tunnel lavico nascosto dalla vegetazione: la Grotta del passo di Don Bartolo. Il canale lavico è raggiungibile proseguendo al di fuori del sentiero principale in direzione sud per alcune decine di metri.
Molto probabilmente il condotto ipogeico potrebbe proseguire svariati chilometri verso il mare e non pare azzardata l’ipotesi che esso sia all’origine della formazione della Grotta Azzurra, distante circa tre chilometri da qui.
Sempre sulla sinistra, poche decine di metri più avanti, nel posto che prende il nome di Culunedda o Culunnella (m 238), si trova un’altra deviazione che conduce alle quattro sepolture ipogeiche risalenti all’Antica Età del bronzo III-II millennio a.C. In questa zona è possibile trovare l’Argiope lobata un ragno non velenoso ancora non censito dalla riserva terrestre.
Ritornando sul sentiero principale e proseguendo il cammino verso ovest si giunge alla sommità della collina di
Mezzo (chiamata anche Guardia di Mezzo o Guardia Grande), il punto più alto dell’isola, posto a 244 metri sul livello del mare, dove fa capolino uno dei radar più potenti d’Italia, costruito in seguito alla tristemente famosa strage di Ustica del 27 Giugno 1980; al suo fianco è stato ricavato un ampio spazio provvisto di eliporto usato soprattutto come pista per elisoccorso. Accanto al radar, paramilitare, sorge una struttura militare che svolge il servizio di stazione meteo; struttura molto importante per i suoi rilievi dati da strumentazione come anemometro, pluviometro, igrometro, barometro, termometro e banderuola che aiutano gli abitanti del posto a prevenire le situazioni meteorologiche ed a sapere come adeguarsi di conseguenza. Costeggiando la recinzione di questi due impianti si discende l’altro versante della collina.
Il sentiero meridionale incrocia, dopo alcune centinaia di metri, una carreggiata asfaltata collegata con la strada comunale oppure dal lato nord una discesa che poi condurrà ad una deviazione verso sinistra, dove in entrambi i casi si sale alla collina a lato dal nome Guardia dei Turchi (m 238) propriamente detto. Era quest’ultima la cima, dominante la parte meno frequentata dell’isola, dove, probabilmente, stava la guardia per avvistare i pirati. Il Monte Guardia dei Turchi, quello vero, si chiama anche Costa del Fallo per via
dei suoi versanti ripidi, e Monte del Cavaliere per via della sua forma; mentre quello che
attualmente le carte riportano come Monte Guardia dei Turchi, è l’insieme della Cima Culunnedda con la cima
Guardia di Mezzo.
I processi che portano all’evoluzione dei toponimi, sono legati alle trasformazioni d’uso del territorio e al procedere dell’oblio della ragione per la quale quel nome è stato assegnato. In questo specifico caso è preferibile riportare però i toponimi più antichi, da un lato perché più che trasformarsi gli stessi sono stati semplificati e dislocati, dall’altro perché, riportati com’erano, aiutano a capire meglio la funzione di difesa dai pirati.
I Rilievi di Ustica sono quello che l’erosione non ha ancora smantellato di edifici vulcanici attivi fino a circa
420.000 anni fa. In diversi luoghi dell’isola sono stati descritti dei fori da cui fuoriesce aria caldo-umida detti vuccaroli o fumarole. Si ritiene però che tale fenomeno non abbia molto a che fare con il vulcanismo, ma sia piuttosto legato a fenomeni geotermici. La vegetazione naturale è una gariga con tratti di macchia, la cui specie caratteristica è il Lentisco Pistacia lentiscus, che ha un portamento prostrato. Alcune avventizie, tra queste la pineta artificiale (di Pinus halepensis) e l’eucalipto, assumono, in vicinanza del mare, lo stesso portamento
del lentisco.
Salendo invece sulla sommità di questa collina possiamo notare diverse antenne per la telecomunicazione, ma una volta attraversato il cancello, posto dai forestali della regione siciliana, si palesa un’incantevole stradina costeggiata da alberi di pino e mantata dai suoi aghifogli. Un vero e proprio spettacolo naturale all’apice della
seconda collina più alta dell’isola. Da qui si possono ammirare tutti i panorami che vanno dalla costa Sud-Ovest con: il faro punta cavazzi, la torre dello spalmatore per poi spostare lo sguardo verso Ovest: cala sidoti, allo scoglio del medico, passando a Nord per vedere: la punticedda e i faraglioni, fino alla costa Est dove domina la collina solitaria della falconiera ultima e più bassa dell’isola.
Svoltando invece sul lato destro e seguendo il percorso che riporta dentro il bosco, dopo aver attraversato una fenditura fra pareti di lapillo e proseguito in discesa, s’incontrano le due grotte utilizzate per l’asportazione dello stesso materiale vulcanico. Le cave vennero utilizzate per ricavare l’elemento fondamentale di un particolare rivestimento edile utilizzato già a partire dall’età borbonica. Oggi, in seguito ai numerosi crolli, sono state chiuse al pubblico. Dopo aver camminato per circa due chilometri eccoci arrivati all’ultimo tratto di questo sentiero che riconduce al cammino acciottolato incontrato inizialmente, il sentiero del Tramonto.
Quest’ultimo, attraversando ambienti composti da macchia mediterranea: folta vegetazione spontanea come lentisco, fillirrea, alaterno, artemisia, ginestre ed euforbie e alberi di frassini, pini, querce, lecci, roverelle, corbezzoli e eucalipto offre inoltre una vasta panoramica sui terreni ben coltivati della piana di Tramontana.
Da questo punto del tragitto, ci troviamo ad un bivio svoltando a sinistra, si raggiungono due grandi pareti scure congiunte ad angolo retto, alte e ben sagomate, residuo di una cava di tufo, usata, dall’antichità fino a metà del novecento, per ricavare blocchetti atti alla costruzione delle abitazioni. Questo particolare tufo scuro è il risultato della sedimentazione della cenere sprigionata dai vulcani dell’isola, stratificata e compattata
dal trascorrere dei secoli. Ogni esplosione ha depositato un sottile strato di materiale composto dai più pesanti lapilli e dalle più leggere ceneri. Contando le diverse linee di stratificazione, valutando le loro caratteristiche granulometriche e sedimentologiche è possibile determinare la frequenza e la tipologia delle esplosioni vulcaniche succedutesi nel corso del tempo.
In alcuni punti l’evidente orizzontalità delle deposizioni è stata alterata dalla presenza di elementi rocciosi conficcati all’interno dei vari livelli di depositi. Sono formazioni rocciose chiamate volgarmente “bombe laviche”, ossia frammenti di lava particolarmente viscosi scagliati con forza dall’esplosione dei vulcani e consolidati in seguito al raffreddamento precedente la caduta al suolo. Queste rocce semi-consolidate hanno deformato con il loro peso gli strati cineritici più morbidi alterandone, come è ben possibile vedere, l’andamento deposizionale.
Dopo un centinaio di metri il percorso trova un ulteriore bivio: da una parte si procede in linea retta attraverso un cancelletto che immette nel bosco mentre dall’altra si scende verso la strada comunale nei pressi del Passo della Madonna. Qui, alla fine del viottolo, s’incontra la cappelletta della Madonnina della Croce; la struttura sacra ospita una piccola statua in legno rappresentante la Pietà con alle spalle la croce. La statuetta policroma è alta non più di quaranta centimetri. La Vergine Maria viene festeggiata dagli usticesi la prima domenica di settembre; per l’occasione una processione muove dalla chiesa cittadina fino a giungere al piccolo santuario
ubicato in prossimità del Passo della Madonna percorrendo tutta la strada di Tramontana. Il lento incedere dei fedeli è accompagnato dai fuochi delle Vamparine, piccoli roghi appiccati dai contadini locali e realizzati bruciando alti mucchi di sterpaglia in onore della Vergine. Il percorso che invece procede nell’altra direzione si inserisce per un centinaio di metri dentro il boschetto in un cammino tappezzato di aghi di pino e costeggiato da alberi e viottoli curati dalla forestale.
Abbigliamento raccomandato
Scarpe da trekking, vestiario comodo e ginnico, una borraccia d’acqua e cappellino.
Note Importanti
Si ricongiunge dall’entrata del sentiero del Tramonto
Dati dell'Itinerario
Periodo Consigliato
da maggio ad ottobre
Orario: Dalle 17:30 alle 20:00
Punti di interesse correlati
Riserva Naturale Orientata
L’ Isola di Ustica è una Riserva Naturale Orientata terrestre dal 20 novembre 1997
Necropoli della Falconiera
Antico sito funerario risalente al III-IV secolo d.C., situato sul versante della Falconiera. Le tombe scavate nella roccia testimoniano la presenza di insediamenti bizantini sull'isola di Ustica.
Cappella della Madonna della Croce
Incastonata nella roccia vulcanica, la Cappella della Madonna della Croce custodisce secoli di devozione isolana. Un piccolo gioiello sacro dove fede e natura si fondono in un abbraccio mistico.