Itinerario del Centro storico – Fulcro delle attività religiose
Itinerario storico e religioso in cui si trova il centro urbano di Ustica, chiamato anche le “Case Vecchie”. L’itinerario attraversa la piazzetta del municipio e la Via Tre Mulini per giungere al centro storico.
Simbolo
Quadratino verde scuro
Distanza
40O mt
Dislivello
20 mt
Adatto a
Adulti Bambini e ragazzi Famiglie Tutti
Descrizione
Itinerario Storico/Religioso in cui si trova il Centro Storico di Ustica chiamato anche le “Case Vecchie”. Dalla piazzetta del municipio da dove si accede direttamente al centro Storico attraverso la Via Tre Mulini che si apre dirimpetto.
La strada che attraversa tutto il centro è caratteristica: acciottolata con sassi basaltici dell’isola, senza l’ausilio di cemento attraverso una lavorazione antica, il paesino che gli corre ai i lati è tutto in tufo ed è stato costruito e vissuto dai Cistercensi, ordine che osservava la regola di San Benedetto con il culto della Madonna dei sette dolori che veniva venerata all’interno della chiesa vecchia che si trova al termine di questa stradina. Il piccolo centro fu vissuto sin dal XII sec. d.C. e poi abbandonato per 400 anni.
Nel XVIII secolo fu abitato nuovamente dai coloni Liparoti che portarono un nuovo stile ed un nuovo culto relativo al Patrono dell’isola San Bartolomeo, lodato nella chiesa S. Ferdinando re ed ancora oggi culto principale dell’isola.
Punti Salienti
L’insediamento del Centro Storico chiamato anche “delle case vecchie” si trova collocato a nord del centro paese esattamente di fronte al municipio ed è disposto lungo un percorso di circa 400 metri. La sua nascita – attraverso
alcuni cocci ritrovati – è databile in epoca romana, dove è probabile venisse usata come fattoria.
Successivamente, molte documentazioni attestano che verso la metà del XII secolo vi era un monastero vissuto da una comunità di cistercensi che viveva soprattutto di agricoltura.
Documenti successivi ci danno la certezza che questo posto fu vissuto dai cistercensi sino al 1313. Nel 1219 Urso Vescovo della Chiesa di Girgenti dà notizia di una cittadella e di un monastero; nel 1257 Papa Alessandro IV con
una Bolla del 7 Aprile ratifica l’accorpamento del Monastero di Santa Maria di Ustica all’Abbazia Cistercense di Casamari con la quale si prevedeva una rigida applicazione della regola Benedettina; nel 1273 Guidone, Vescovo di Agrigento, cita il Monastero di Ustica ed ancora nel 1313 con una Bolla di Papa Clemente V viene concesso all’Arcivescovo di Palermo il dominio spirituale dell’Isola di Ustica e del Monastero diSanta Maria.
Dopo questa data non si hanno più notizie sulla presenza umana -non solo in questo posto – ma anche nell’intera isola, per ben quattro secoli.
Si pensa che i monaci siano scappati per via delle incursioni dei corsari che creavano scompiglio in tutto il Mediterraneo.
Finalmente nel 1761 l’isola ritorna ad essere abitata dai nuovi coloni provenienti da Lipari e con essa venne riusato anche il Monastero perché unico insediamento con abitazioni da occupare, ovviamente riadattandole alle loro esigenze e riprogettando i ruderi del convento trasmettendo al sito la propria cultura architettonica che rivela nell’utilizzo di cortili interni, di percorsi ad imbuto, etc. Quando nel 1763 i coloni si cominciarono a trasferire nelle nuove case che i Borboni fecero edificare nell’attuale paese, le Case Vecchie continuarono ad essere usate, ma come stalle e fienili.
Tra il 1800 e il 1900 invece vennero in parte abbandonate e destinate esclusivamente a ricovero per animali. Infine a partire dagli anni ‘70 molte case vennero ristrutturate nel rispetto delle loro dimensioni, struttura e materiale poiché centro storico, ed usate come abitazioni moderne. Mentre la Chiesa purtroppo è stata divisa in due magazzini ed è visibile anche dall’esterno perché la porta centrale è stata divisa in due da una colonna di blocchi tufacei che separa due porte distinte.
Per fortuna oggi la Chiesa Vecchia è sottoposta a vincolo dalla Sopraintendenza dei Beni Culturali e Ambientali. L’intera superficie del Monastero occupa uno spazio di cinquemila metri quadri ed è costituito da cinque edifici di forma irregolare, tutti con architettura di base e molto semplice, tipico dei cistercensi. Il complesso architettonico era completo di Chiesa, sacrestia, refettorio, chiostro, celafactorium (un ambiente riscaldato atto per la meditazione), dispensarium (una sorta di magazzino o sala lavoro), la cucina, la sala dei monaci, lavabo ed una grande cisterna; il tutto lavorato con materiale del luogo e le mura sono state erette da blocchi di tufo grigio.
La chiesa di solito era a croce latina, con abside e transetto rettangolari e veniva generalmente orientata verso est, ma oggi la troviamo di forma rettangolare di metri 4 x 5 ed in oltre successivamente i liparoti direzionarono la porta dal lato opposto; il luogo in cui è ubicata è quello più elevato del terreno a protezione degli altri edifici dai forti venti freddi provenienti dai quadranti superiori. In questo modo i lati est-sud-ovest della costruzione venivano a trovarsi orientati verso il sole e il suo calore il più a lungo possibile. In posizione centrale il chiostro rappresentava il centro nevralgico dell’abbazia. La struttura planimetrica del monastero
non segue un andamento omogeneo ma fu adattato dai monaci in base alle esigenze del luogo.
Indicative sono infatti l’irregolarità dei percorsi e, nella viabilità, la mancanza di angoli retti, entrambe caratteristiche sintomatiche di un’esigenza difensiva e di una valida protezione dai forti venti provenienti dal mare.
I caratteri sopra delineati potrebbero essere riconducibili a criteri di urbanistica islamica, diffusasi in Sicilia a partire dall’824 d.C., anno d’inizio della dominazione araba sull’isola. Le stradine sono state costruite dai confinati in roccia basaltica conficcate nel fango e bloccate dalle radici delle terofiti.
Abbigliamento raccomandato
Scarpe comode, vestiario comodo e ginnico, una borraccia d’acqua e cappellino.
Note Importanti
Oggi il vecchio centro storico è abitato da locali e non, ma rispettando le caratteristiche delle case di allora
Dati dell'Itinerario
Periodo Consigliato
Da aprile ad ottobre
Orario: Dalle 08:00 alle 10:00