Museo Archeologico – L’antichità riscoperta
Crea il tuo reperto archeologico! Riproduci antichi tesori con artisti esperti nel laboratorio "Ri-produci l'opera". Le migliori creazioni diventano esposizioni tattili del museo. Un'esperienza per tutti, anche ipovedenti!
Simbolo
Pallino Verde
Durata
1 ora
Adatto a
Tutti
Descrizione
All’interno del museo vi è un piccolo spazio dove si potrà svolgere un’attività laboratoriale in cui verranno riprodotti, a scelta, alcuni dei reperti archeologici con l’aiuto di artisti, dal titolo “Ri-produci l’opera”.
L’esperienza è adatta a tutte le fasce d’età. L’attività prevede la proposta di tre reperti da riprodurre e la votazione di una giuria ad Oc dei pezzi proposti. I materiali usati saranno carta, cartone, colla, colori e rete metallica. Terminata le opere, le migliori saranno esposte all’interno del Museo, con targhetta che li descrive, e con l’indicazione “Toccami” e quindi la facoltà di toccare con mano il (finto) reperto, regalando ai visitatori la possibilità di fare un percorso esperienziale anche per ipovedenti.
Punti Salienti
Dal 1972 sino al 2009 il Museo Archeologico ebbe sede all’interno della torre Borbonica Santa Maria situata al di sopra dell’omonima cala, mentre dal 2010 è stato trasferito all’interno delle sale del “Fosso” situato in centro paese presso largo gran guardia. La struttura è stata allestita dalla Sopraintendenza dei Beni Culturali di Palermo ed è stata intitolata a padre Carmelo Seminara poiché è stato colui che più di tutti ha trovato beni archeologici dell’isola e si è preoccupato di farne iniziare i lavori di scavo sin dal 1974. La struttura denominata “Fosso” consiste in un complesso di tre cameroni usati in epoca fascista e sino al 1961 per detenere confinati coloro che trasgredivano la legge, in seguito furono adoperati come scuola primaria dal 1962 sino al 1987. Il nome “Fosso” deriva da una cella sotterranea riscoperta grazie ai lavori di ristrutturazione del posto avvenuti intorno al 2009 si tratta di un cubicolo segreto ubicato fra i primi due padiglioni dell’attuale Museo. La struttura ipogeica è stata ultimamente interpretata come sepoltura paleocristiana di IV-VI secolo d.C., coeva a quelle rinvenute presso il versante sudoccidentale della Falconiera, ma che è stata destinata a locale carcerario in epoca borbonica e riutilizzata poi come cella di massimo rigore in epoca fascista per i confinati più irrequieti.
Il complesso consta in tre cameroni: uno dove vi sono i reperti ancora in restauro e gli altri due sono adibite all’esposizione. Gran parte del materiale esposto è stato ritrovato durante gli scavi effettuati al villaggio preistorico dei Faraglioni (età del medio bronzo 1.400 – 1.200 a.C.) e alla Rocca della Falconiera (periodo ellenistico-romano e tardo romano-bizantino, dal IV a.C. al VI sec. d.C.), ma vi sono anche diversi rinvenimenti
trovati in disparate zone dell’isola ed anche in mare. Nel Primo camerone troviamo cinque piccole salette, collegate tra di loro, dedicate alla preistoria dell’isola: in quella d’entrata vi è la biglietteria e l’esposizione della cartellonistica riguardante tali zone archeologiche e l’illustrazione attraverso carte con loro planimetrie e la loro storia in generale. Nella seconda saletta troviamo una vasta esposizione di reperti all’interno di teche, risalenti dal Neolitico (VI millennio a.C.) all’età dell’Antico e medio Bronzo (2.3001.200 a.C.) come: Coppe a piede alto con manici per il consumo comunitario del cibo consumato seduti per terra, Piastre
fittili per focolare quadripartite (dove si cuoceva il cibo), olle biansate, orcioli e anforette a colletto (per la conservazione del cibo), alari (oggetti che potevano avere o uso cultuale
oppure in coppia come supporto per vasi), attingitoi per liquidi e fuseruole per filare.Nella terza saletta vi sono diversi materiali importati come: frammenti di ceramica decorata e un frammento miceneo di vaso a staffa del tardo elladico. Nella quarta Saletta troviamo altre fuseruole per la filatura, rocchetti e corni fittili ed i tokens, rondelle fittili ricavati da vasi che si pensa possono essere stati usati come unità di calcolo, come, per esempio, una certa misura di cereali o un capo di bestiame; modellati spesso in forme singolari, geometriche, identificabili e duplicabili costituirebbero un primo codice e il primo sistema impiegato per comunicare, elaborare e immagazzinare informazioni, oppure potevano essere usati come scambio commerciale. Inoltre si trovano grandi teglie a fondo piano, colini, macine, macinelli, pestelli e mortai realizzati in pietra lavica atti per
la lavorazione del grano in farina e la spremitura delle olive per l’olio, frammenti di ossidiana, adibiti al taglio delle carni e/o rasatura, provenienti da Lipari e Pantelleria e matrici per la fusione delle armi in bronzo ed alcuni piccoli vasetti in miniatura. Nella quinta ed ultima saletta si completa con i ritrovamenti di grandi recipienti con manici e coperchi per la conservazione degli alimenti ed anche vasi a forma di secchio tronco- conico come le Situle decorati con impressioni digitali. Distaccato di pochi metri troviamo il secondo Camerone che invece tratta il periodo tra l’età ellenistica e la tarda antichità romana nel circuito di tre salette contigue. La prima saletta si apre con cartelli illustrativi di questo periodo con foto, descrizioni e planimetrie. Troviamo reperti subacquei come l’anfora frazionaria etrusca del VI sec. a.C. e frammenti di anfora
Corinzia e di anfora greco- occidentale tarda della fine del V-inizi del IV sec. a.C., accanto vi sono reperti trovati dentro le numerose cisterne, scavate nella roccia alla Rocca della Falconiera come: frammenti di pavimento in cocciopesto o a mosaico di tessere bianche di cornici a stucco o di intonaci parietali, di cui è esposta una piccola selezione risalenti all’età ellenistica e vasellame da mensa e da cucina, anfore e lucerne, databili tra il IV sec. a.C. ed il I sec. d.C. mentre nelle teche a lato vi sono unguentari, vasi miniaturistici e gutti che
sono stati ritrovati nella parte settentrionale della Falconiera. Nella seconda e terza saletta invece troviamo
reperti rinvenuti nelle tombe a fossa nella parte occidentale della Falconiera risalenti al periodo ellenistico-romano come: Anfore con resti ossei, corredi funebri, unguentari, lucerne, vasellame da cucina (tegami) e da mensa sia acromo (brocche, bottiglie) che a vernice nera (piatti, patere, coppe) ed altri reperti che toccano anche il
periodo tardo-romano. Per concludere vi sono anche diverse anfore di trasporto trovate vicino la cala Santa Maria risalenti allo stesso periodo.
Abbigliamento raccomandato
Consono per luoghi pubblici
Note Importanti
3 cameroni storici
Gradini
Dati dell'Itinerario
Periodo Consigliato
da giugno a settembre
Orario: Tra le 15:00 e le 18:00